I Parchi e le Città: cosa c'è nel mezzo?

Il progetto "I Parchi e le Città: cosa c’è nel mezzo?"promosso dal Laboratorio Territoriale-Centro di Educazione Ambientale della Provincia di Vercelli, nasce nel 2000 con l’intento di coinvolgere le scuole della provincia nella realizzazione della rete ecologica. In particolare vuole richiamare l’attenzione a quell’ambito territoriale, spesso dato per scontato e quindi poco conosciuto che costituisce la matrice tra le città (intese come casa degli uomini) e le aree protette (intese come casa degli ecosistemi naturali). In mezzo c’è il risultato della stretta interazione di questi due ambiti. Ed è qui che la rete ecoLogica vuole favorire l’ecosostenibilità di tale interazione.

Il lavoro intrapreso rappresenta l’ambito educativo del Progetto Reti EcoLogiche (PREL) dove si cerca di costruire un senso condiviso alla realizzazione della rete ecologica. Le scuole sono i principali interlocutori in quanto veicolo di informazione e sensibilizzazione delle famiglie (spesso gli stessi agricoltori con cui si lavora sul fronte tecnico), delle amministrazioni e della cittadinanza. L’obiettivo è infatti, che il territorio divenga un laboratorio dove, ognuno con il proprio ruolo, possa "imparare facendo".

Dal 2007 ha strutturato il proprio lavoro educativo definendo gli ambiti territoriali coinvolti come Nodi Culturali della Rete ecologica (NCR). Questi ambiti rappresentano elementi peculiari della rete ecologica dove il ruolo educativo precede quello ambientale, anche se i due aspetti viaggiano nella maggior parte dei casi all?unisono. La loro funzione è duplice: da un lato essi rappresento siti di esperienza educativa che si trasforma in conoscenza del territorio e delle sue caratteristiche ambientali, dall?altro sono siti di concreti interventi migliorativi dello stato dell?ambiente. In questo modo si concretizza l?interazione tra scuola e territorio.

Il lavoro svolto in questi anni ha permesso di sviluppare e consolidare una rete di soggetti (insegnanti, parchi, comuni, aziende, associazioni locali, operatori del settore formativo), referenti dei vari NCR, che lavora come Gruppo di Coordinamento-GdC e che progetta e realizza in modo partecipato i percorsi educativi da attuare sul territorio. In questo modo si è costruita una proposta educativa che negli anni acquisisce sempre maggiore coerenza e condivisione rispetto alle finalità, gli obiettivi e le azioni educative. Le iniziative, frutto dei percorsi educativi, vengono presentate sottoforma di ?Calendario dei Nodi Culturali della Rete? e si rivolgono al territorio tutto e/o alle scuole. In questo modo i destinatari del progetto sono allo stesso tempo partecipanti e organizzatori.

Clicca qui per scaricare la presentazione sulle attività svolte. Considerato il peso del file (8MB) ti consigliamo di scaricarlo sul desktop e visualizzarlo successivamente.

Clicca qui per scaricare i calendari dei Nodi Culturali della Rete Ecologica


Educazione e Partecipazione

"Alla fine conserveremo solo ciò che amiamo, ameremo solo ciò che avremo compreso, comprenderemo solo ciò che ci sarà stato insegnato” (Baba Dioum, naturalista senegalese - coordinatore della Conference of West and Central African Ministers of Agriculture e dirigente del Ministero dell'Agricoltura del Senegal).

Educare, dal latino ex ducere, significa "estrarre, mettere in rilievo, tirare all'esterno ciò che è interno", non quindi un’imposizione morale e concettuale, ma uno stimolo a sviluppare la responsabilità personale nei confronti dello stato del proprio territorio e fornire strumenti per comprenderlo e migliorarlo. In questo senso l’educazione e la formazione sono, per il Progetto Reti EcoLogiche (PREL) strumenti essenziali per la "crescita culturale" necessaria ad affrontare l’attuale crisi ambientale.

Ci sono però diversi modi per educare e quello più conosciuto è sicuramente l’esperto (professore, tecnico, amministratore ecc.) che spiega il cosa e il come su specifici argomenti. Chi ascolta ha una posizione passiva e difficilmente fa esperienza concreta dell’argomento trattato o partecipa alla sua definizione e comprensione. A differenza dell’apprendimento "passivo" che "insegna contenuti", il nuovo orientamento sostenuto nell’ambito delle scienze umane, della formazione e delle nuove pedagogie, concepisce l’educazione (intesa nel senso più lato del termine) come un processo che coinvolge la persona nella sua integrità e complessità e non riguarda solo le semplici abilità cognitive logico-razionali, ma integra ad esse le dinamiche affettive. L’esperienza diretta è ciò che veramente educa, trasformando la persona nel suo essere mentale, fisico ed emotivo. L’esperienza ci mette immediatamente di fronte alla complessità ed interdipendenza dei fenomeni, insegnandoci ad imparare come affrontare una realtà che è complessa ed interconnessa. E’ questo, in effetti, l’obiettivo dell’educazione.

Se pensiamo al territorio come recettore dell’azione educativa sopra descritta, significa che per migliorare la propria gestione il territorio deve fare esperienze di se stesso. Ed essendo la componente culturale l’ambito di azione dell’educazione, il territorio in questione è rappresentato, in questo contesto dai suoi abitanti. In questo senso partecipazione ed educazione sono le due facce di una stessa medaglia. La partecipazione permette di fare l’esperienza di poter migliorare il proprio territorio, l’educazione permette di costruire il “senso” comune e condiviso di quello che insieme si sta facendo.

Per questo il PREL affianca la progettazione educativa a quella tecnica sia a livello dei singoli strumenti utilizzati, che dell’intero processo, avendo come obiettivo specifico l’educare al valore della biodiversità (complessità e interrelazioni) e della cittadinanza attiva (responsabilità e cooperazione). A livello metodologico si fa riferimento all’approccio della ricerca-azione (Lewin k.) e al metodo del learning-by-doing (imparare facendo), ampiamente utilizzati nell’ambito dell’educazione ambientale.

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